19 aprile 2018

Inconscio, astrologia, Chirone

Ogni comportamento ha un contenuto manifesto e un contenuto inconscio. Perciò indirettamente, attraverso il comportamento, attraverso le azioni o la vita di chi vogliamo analizzare, possiamo avere informazioni su qualcosa che si trova a livello inconscio. 

La parola inconscio non è sinonimo di inconoscibile, ma è sinonimo di nascosto e automatico. Le nostre abitudini e i nostri comportamenti ricorrenti che attuiamo in maniera istintiva e automatica sono espressione dell'inconscio, di un'esperienza che è stata immagazzinata nella memoria a lungo termine. Per esempio, sapere come ci si allaccia le scarpe è un meccanismo inconscio. Si tratta di meccanismi facilitatori.

In astrologia qualsiasi posizione astrologica ci parla di comportamenti di cui una parte è inconscia. Per esempio la Luna nel Leone rappresenta un comportamento dignitoso e difficoltà a sopportare le umiliazioni; e questo accade spesso in circostanze tipiche la cui origine, in astrologia non si può sondare.  Infatti questa materia non ci spiega qual è la ragione e qual è l'esperienza che abbiamo avuto nel passato e che ci spinge a essere così come siamo; anche perché tale comportamento potrebbe pure non dipendere dalle esperienze vissute: ci sono meccanismi che per esempio possono essere ereditari.

L'astrologia ci fornisce indicazioni soltanto su quelle cose conoscibili; ci parla di fatti ma non delle cause che li hanno originati. Per fare un esempio, Saturno in quarta Casa sta a indicare che l'ambiente familiare può essere percepito ostile e freddo ma non ci spiega per quale motivo è così. Qualcuno pensa sia possibile e per questo prova a fare delle ipotesi incrociando diversi fattori astrologici. Un astrologo di quelli karmici provò a intepretare il mio tema usando questo paradigma e sbagliò.

Perciò penso che non sia possibile poiché la medesima posizione astrologica si presta a numerose interpretazioni; altrimenti diremmo che l'astrologia è una scienza esclusivamente empirica e non anche ermeneutica.

Veniamo al nocciolo della questione: molti autori affermano che attraverso la posizione di Chirone possiamo pervenire a comprendere qual è la nostra ferita. Naturalmente ci sono casi in cui interviene il meccanismo di difesa denominato rimozione, ossia la reazione di gettare nell'inconscio un'esperienza traumatica e dimenticarsene, ma mostrando nei comportamenti ( per esempio tramite un'ossessione) che in passato c'è stato un trauma. Pertanto, se c'è la rimozione, la persona interrogata potrebbe non essere consapevole della sua ferita. Ovviamente si tratta di casi limite poiché oguno sa cosa gli è successo in passato: una donna che ha subito una violenza sessuale, per esempio, sa che è questa la sua ferita, il suo trauma e difficilmente lo dimentica. 

Più volte ho scritto che io so benissimo quali sono le mie ferite e che nessuna di essa corrisponde con la posizione di Chirone in 8^ Casa. E allora, qualcuno furbamente tira fuori il discorso dell'inconscio e che perciò se io non trovo corrispondenza tra il mio Chirone e certi fatti è perché li ho rimossi dalla mia coscienza. Questa è naturalmente una bella scusa per accettare qualcosa senza dare prove. In ogni caso, la rimozione è sempre accompagnata da un sintomo che è la "deformazione" di ciò che è stato rimosso. Dunque, anche se indirettamente, potremmo capire, osservando il sintomo, le cause descritte da Chirone. Ovviamente tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare...

Quando si parla di Chirone si parla di qualcosa molto simile al meccanismo di difesa denominato formazione reattiva. In pratica, conseguentemente a una ferita subita nel passato, il soggetto si comporta in modo tale da reagire in maniera opposta. Per esempio è una formazione reattiva quella di un uomo che decide di diventare un medico dopo aver assistito alla morte del fratello. È una formazione reattiva l'umiltà che nasconde invece l'ambizione (e di casi del genere ne ho visti tanti). Un altro esempio di formazione reattiva è amare qualcuno che in realtà si odia. Un desiderio inaccettabile viene rimosso, inviato nell'inconscio mentre alla coscienza rimane un comportamento opposto. 

Se le esperienze di Chirone si riferiscono alla primissima infanzia o a vite precedenti, è chiaro che non possiamo verificare in maniera empirica la validità di certe affermazioni. Perciò occorre compiere una scelta: bisogna dare fiducia a prescindere, come atto di fede a quel che possiamo intuire circa il funzionamento di Chirone? Se queste ferite derivano da una vita precedente, come si fa a vedere se ciò è vero? Bisognerebbe credere sia alla reincarnazione (e ciò è una scelta di fede del tutto legittima) e sia che per davvero quel corpo celeste ci parli di una ferita acquisita in un'altra vita (e anche qui è una scelta di fede, crederci o meno). Oppure, onde evitare di farsi queste "pippe mentali" (lo sono per me), bisognerebbe badare al sodo: nel mio passato c'è un'esperienza traumatica e in linea coi significati di Chirone nella casa in cui si trova? Si? No? Se è no, allora Chirone non funziona. 

Secondo il mio parere, che non vuole andare contro quello di altri, le nostre ferite sono date dalla 12^ Casa e dai pianeti che si trovano in essa. L'archetipo dell'uomo ferito che risana le ferite del prossimo, è assolutamente Pesci. Analizzando la mia 12^ Casa trovo in essa tutte le mie ferite: Luna in 12^ in Leone, e dispositore della 12^ in IV Casa: ferite nell'orgoglio, ferite che riguardano il padre, ferite riguardanti le figure femminili della propria vita. Nulla che c'entri con Chirone in 8^ a meno che non si faccia distinzione tra una ferita e l'altra.  

Se Chirone riguarda la capacità di apprendere da una ferita, allora il settore astrologico di riferimento ci dice il luogo in cui possiamo apprendere di più. Ma anche in questo caso non ho trovato riscontri.

Io che sono un furbacchione ho fatto un esperimento: ho detto alla mia fidanzata che le avrei letto il significato di Chirone nella sua X Casa e in Toro; ma le ho letto le indicazioni che invece riguardavano Chirone in Ariete e in IV Casa. Ebbene, ha trovato che tali informazioni calzassero a pennello con la sua vita. Quando le ho spiegato che le avevo tirato uno scherzetto, le ho elencato i vari significati di Chirone nei vari segni; e anche in questo caso ha trovato molte corrispondenze con ognuna delle descrizioni. Questo significa che le descrizioni sono troppo vaghe e chiunque può riconoscersi in ognuna di esse. 

Ora, la ferita più grande della mia fidanzata ha a che fare con la sua famiglia; ed è anche il settore dove pensa di aver imparato una lezione. La famiglia non ha a che fare né con la X Casa e né col Toro. Nella IV Casa, Francesca ha infatti Saturno e Urano. La 12^ Casa di Francesca è nel segno del Cancro (la famiglia!) e la Luna si trova in 3^. Infatti la sua ferita coinvolge una zia. 

Naturalmente qualcuno dirà che la ragazza ha rimosso un altro tipo di ferita; e così qualsiasi altro consultante. Ma noi sappiamo che gli antichi astrologi che non sapevano nulla dell'inconscio, quando dovettero stabilire il significato di un certo pianeta e di un certo segno, usarono l'osservazione empirica: in tale condizione astrologica X accade un fatto Y, concreto, visibile. Una Luna in 12^ significa ferite da donne; e questo è visibile, verificabile, non inconscio o inosservabile. 

Il bello dell'astrologia è che ogni posizione ha un corrispettivo psicologico e allo stesso tempo uno pratico. Quindi, se non possiamo verificarne le tendenze psichiche almeno possiamo avere un riscontro coi fatti, con le azioni, con i comportamenti, con gli eventi. 

Un Giove in I Casa congiunto all'ascendente, se non può essere misurato come indice di ottimismo, allora può essere misurato se porta oggettive fortune. Nel caso non fosse così, allora occorrerebbe uno psicoanalista per mettere alla prova ogni posizione astrologica. Ma in passato non vi erano psicoanalisti e ci si basava sui riscontri pratici. Perché oggi dovremmo complicarci la vita?

Allora oggi c'è la strana convinzione che le posizioni astrologiche possano esprimersi portando alla luce qualcosa di inconoscibile, per esempio svelandoci l'esistenza di energie sottili, di altre dimensioni, di un inconscio impenetrabile. Ma tutto questo è pura speculazione mentale. Tutto molto bello, affascinante, ma pur sempre qualcosa che potrebbe essere pura suggestione. 

Proprio ieri ho comprato il libro di astrologia scritto da Carmignani e Bongiovanni. Essi, sebbene impieghino molte pagine a parlare di mito, mitologema, archetipo, (giusto purché non si pensi che il mito sia la causa del funzionamento dell'astrologia) sono arrivati alla giusta (per me) conclusione, che Jung ha dato solo una tra le possibili spiegazioni sul funzionamento dell'astrologia, ossia la sincronicità. Molti astrologi la adottano come dogma e perciò non si domandano più se occorre un riscontro oggettivo a ogni posizione astrologica dato che per sincronicità, per l'appunto, ogni elemento astrologico corrisponde col relativo mito. Anche io, già da molto tempo, sono dello stesso parere dei due autori quando parlano del fatto che potrebbe esistere un campo morfico (è stato l'oggetto della mia tesi di laurea) e che quindi il binomio "omen-nomen" sarebbe da prendere con le pinze. Tra l'altro, un trigono o una quadratura non hanno nulla a che fare con qualcosa di mitologico o sincronistico. Semmai hanno a che fare anche con attributi numerici; e questo è vero sia per gli aspetti, sia per i pianeti e sia per i segni e le Case.

Se esiste un campo morfico, ossia che dà la forma, allora è possibile vederla anche concretamente attraverso i fatti, naturalmente senza andare a prendere in causa vite passate o esperienze prenatali o vissute subito dopo il parto. Ma ribadisco, è solo la mia personalissima opinione e non un attacco a chi la pensa diversamente.

Come potrete ben comprendere, quando si parla di Chirone si parla di paradigmi con cui ognuno intende la realtà e il funzionamento dell'astrologia. Stando all'astrologia giudiziaria il paradigma imperante è il dato oggettivo, che poi è l'unico metro di paragone che abbiamo per fare i conti con la realtà. Se invece adottiamo il paradigma spiritualista, allora non abbiamo più bisogno della verifica e va bene la fede. Ed è perfettamente legittimo che altri possano ritenere riduttiva la mia visione. Ma riduttivo o meno, si parla pur sempre di paradigmi e non di certezze assolute: una visione più empirica e l'altra più spiritualista ci parlano della sottile linea di confine tra ciò che è pensabile e ciò che è vero. 

Di questi argomenti ne ho parlato fino a ieri notte, al telefono, con un conoscente che da poco studia gli argomenti dell'astrologia karmica ed esoterica e già si sente un collega, uno psicologo, e non so quante altre cose. Ed è proprio in seguito a questi scambi che ho deciso di scrivere questo articolo e di chiudere, anche con lui, un dialogo che sembrava stagnare in personalissime opinioni non richieste. 

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Risolto il problema di oggi pomeriggio, ribadisco: non daremo mai a nessuno il piacere di vederci tristi.