14 gennaio 2014

La geometria sacra dei pianeti

In questi giorni mi sto dedicando alla registrazione di alcuni video tutorial propedeutici all'astrologia di coppia, per tutte quelle persone che hanno deciso di acquistare il mio libro e lo ritengono troppo complicato. Nel frattempo, oltre a continuare i miei studi in biocosmologia motivazionale utili a realizzare un prodotto utile al miglioramento del nostro stile di vita, sto migliorando la grafica del mio sito. Dunque, non meravigliatevi se cambierò ancora colori e immagini della testata e del corpo delle pagine. 

Oggi mi occuperò della relazione esistente tra i fenomeni della natura e i comportamenti umani. Ne ho già parlato molto approfonditamente nel mio libro "l'amor che move il sole e l'altre stelle" che io considero un lavoro unico e ricchissimo di informazioni di fondamentale importanza per qualsiasi astrologo principiante ed esperto. Credo di aver raccolto dei concetti di capitale valore per poter studiare l'astrologia con coscienza, nel senso più alto del termine. Non esagero affatto quando uso termini così pomposi: non si tratta della celebrazione delle mie doti; piuttosto si tratta di una reale e genuina convinzione circa la validità di ciò che vi è scritto. 

Sin dagli albori della nostra civiltà cosiddetta civile, l'uomo è stato caratterizzato da moti interiori che sono il riflesso della ciclicità della natura. Ciò è stato manifestato non solo attraverso stati d'animo in corrispondenza con le potenze planetarie, ma pure attraverso manifestazioni terrene che hanno prodotto strutture architettoniche, o impostato i rapporti sociali, secondo gli schemi zodiacali.

Dan Winter stesso, quando parla di geometria sacra, in numerosi dei suoi interventi sul web, allude alle relazioni angolari esistenti tra le diverse parti che compongono il macrocosmo dell'universo o il microcosmo del nostro sistema solare. Pone enfasi sulle figure pentagonali perché esse mostrano una significativa corrispondenza con gli stati di beatitudine; però è indubbio che esistono anche altre strutture "platoniche" cioè pure e simboliche, tali da rappresentare qualcosa di significativo dal punto di vista spirituale e materiale. Come afferma Mariano Bizzarri in "La via Iniziatica", ciò si traduce in pratica attraverso la geometrizzazione del tempo: che cos'è un angolo planetario se non l'istante significativo di un moto perenne? 

Così come spazio e tempo sono interconnessi in un singolo spaziotempo, così la gemoetrizzazione riguarda un momento in relazione a uno spazio. Un momento preciso e una relazione di punti, ecco che trasudano una componente simbolica "platonica". 

Esso ha a che fare con una specie di "identità" cosmica in quanto è realizzazione di essa stessa. Con ciò voglio dire che così come l'uomo ha bisogno di un luogo per orientarsi nel mondo in cui vive e trovare la sua collocazione non solo in termini spaziali,ma anche in termini emotivi, così le relazioni angolari tra pianeti evidenziano l'identità e la personalità della relazione stessa che essi assumono di volta in volta nel loro continuo peregrinare sulla volta del cielo. 

Allora, è ovvio come per la biocosmologia motivazionale sia importante porre risalto alla propria posizione spaziale nel mondo al fine di conoscerne il senso nascosto, quello simbolico e da decifrare attraverso il gioco delle analogie.

A tal proposito si rende necessario un'ordinamento, anche un percorso, un cammino che possa in qualche modo essere rappresentativo del meccanismo celeste e di come esso sia il riflesso del nostro mondo interiore che vivifica il "come in cielo così in terra" che ha voluto insegnarci Gesù attraverso il "padre nostro".

Gli strumenti a nostra disposizione sono le stelle, il Sole, i pianeti, sempre gli stessi che i nostri avi hanno invocato con reverenziale rispetto e grande timore: il legame esistente era partecipativo rispetto a quel che oggi risulta essere più passivo. 

Nella ricerca di armonizzarci con le nostre geometrie interiori, riflesso di quelle divine, anche qui possiamo cercare di compiere un primo passo partendo da un punto semplice, forse il più semplice ma non per questo poco importante: la coscienza di essere il centro di qualcosa sulla quale poi si svilupperanno tutte le possibili manifestazioni dello spaziotempo. 

In questo modo, l'unità aritmetica in analogia con l'unità metafisica, diviene il mattone fondamentale da cui partire per tracciare un percorso sempre più complesso, sia nella definizione della propria identità che evidentemente significa pure superare gli ostacoli imposti dalla mancanza di conoscenza, e quindi emancipazione.

Gli stimoli che oggi vi ho dato, penso siano sufficienti per rifletterci sopra e per farvi comprendere quanto il metodo del Wild Horse abbia da offrire per il proprio successo.